Tarantelle della Basilicata a Milano
Per la rassegna "Tarantelle coast to coast"
"Artigirovaghe", "Balabiott" e "Briganti, pizzica e musiche dal sud" presentano:
Domenica 12 febbraio 2017
h 11/13,30 - 14,30/18
STAGE di tarantelle della Basilicata
TENUTO DA PINO GALA
Villa Pallavicini, via Meucci 3 - MILANO
PROGRAMMA:
h 19,30 apericena lucana
h 21,30 concerto dei BRIGANTI
con special guest Angelo Laino
Tarantelle dalla Lucania
ma anche pizziche dal salento, musiche e danze da tutto il SUD!
h23,30 ronda (giamm sescion) con gli amici musicisti
I balli della Maremma in Toscana. Depositi di antiche transumanze
Centro Diurno in Via Guido Bertacchi
Come è successo con l'Umbria, in quattro ore di laboratorio si possono affrontare e apprendere solo alcuni esempi di balli rispetto ad un più vasto e ricco panorama.
La caratteristica più rilevante della cultura maremmana sta nella contaminazione plurisecolare che i residenti hanno avuto con pastori, boscaioli e "montagnini" dell'Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo. In questo lungo scambio di relazioni vitali è impegnativo oggi distinguere le danze autoctone da quelle importate dalle presenze invernali.
La Maremma è sicuramente l'area più tenacemente conservativa di tutta la Toscana. Ma anche in questa regione la scomparsa di più generazioni di anziani depositari del folklore locale hanno provocato la scomparsa graduale e diffusa di molte danze, di cui la regione era ricca e che per fortuna sono state documentate in extremis da chi dalla fine degli anni '70 ha voluto conoscere le espressioni musicali e coreutiche di tali comunità.
La differenza tra generici insegnanti di danza popolare - autoproclamatisi tali - e un ricercatore con 50 anni di indagini etnografiche e di studi storici e antropologici alle spalle sta nella ricchezza di conoscenze acquisite e nell'affidabilità e nel rigore scientifico di aderenza alla fonte delle pratiche coreutiche originali.
Un'importante esperienza per formare ballerini ed insegnanti con i ricercatori che hanno battuto campagne e città dagli anni '70.
L'iniziativa si terrà presso il centro diurno di Sasso Marconi entrata dal parcheggio di via Bertacchi e sarà su prenotazione. Posti limitati a 25 partecipanti.
Ritmi danzanti
Seminario sui balli dell'Italia centrale
(area del saltarello, trescone e furlana)
Domenica 12 marzo 2017 a Pontedera (PI) si terrà un laboratorio sulle danze popolari del centro Italia a cura di Sabina Gala.
La manifestazione rientra nel ciclo di incontri della rassegna "Un due tre... Folk!" a cura dell'Associazione "Vincanto".
A CUORE A CUORE Laboratori sui balli legati di coppia nella tradizione popolare romagnola
In effetti i balli legati a coppia mista chiusa segnarono una vera rivoluzione sociale e culturale: i due sessi potevano toccarsi fisicamente e stringersi, chiudersi all'interno della breve relazione di coppia nel tempo di un ballo e isolarsi dal contesto esterno. La rivoluzione della borghesia esprimeva così il primato dell'individualismo sul collettivismo della cultura contadina, aboliva le gestualità e le mimiche simboliche del divertimento e dell'allusione erotica esposte agli astanti e permetteva il contatto ed una certa intimità fisica, rompendo i tabù dell'esclusività di relazione codificata fra i sessi.
LA VILLANELLA D'ASPROMONTE (Calabria)
h.15,30: presentazione del repertorio delle tarantelle sud-calabresi e lezione tecnica.
h. 21,00: festa da ballo con danze tradizionali abruzzesi e italiane
La complessa tarantella ("viddhanedda") sud-calabrese.
Pino Gala, ricercatore e antropologo della danza
Tiziana Miniati: ricercatrice
La villanella d'Aspromente (Calabria)

PARMA, Circolo Aquila Bruno Longhi, Vicolo Santa Maria, 1/A.
h.16,00: presentazione del seminario, inquadramento strutturale e storico della "villanella reggiana" nel panorama dell'ampia famiglia della tarantella del Sud d'Italia.
h. 16,30: Laboratorio tecnico della tarantella aspromontana, con particolare riferimento alla tarantella "bagnarota".
h. 19,15: Conferenza del prof. Gala su «Danzare a volo di uccelli, con rapidità ed eleganza ». Proiezione guidata di documentari video inediti di ricerca sulla festa della Madonna della montagna di Polsi.
h. 20,00: cena sociale a prezzo convenzionato (18 €)
h. 21,00: festa da ballo in piazza con repertorio di danze e balli-gioco tradizionali italiani.
Tiziana Miniati: ricercatrice, insegnante di danze popolari dal 1997
VETERENOVO - Radici antiche del futuro

Lezione teorica [biblioteca comunale]: L'Etnocoreologia e lo studio delle danze etniche: concetti basilari applicati al patrimonio etnocoreutico della Basilicata (a cura del prof. G.M. Gala).
Visione guidata di video inediti su balli rari e particolari girati in Basilicata. Dibattito.
ore 10,30
Lezione tecnica di ballo [palestra della scuola]. Repertorio: la tarantella in cerchio, a due coppie e in coppia del Pollino
ore 13,30 - Pausa pranzo - intervallo
Lezione teorica [biblioteca comunale]: La storia della ricerca etnomusicale ed etnocoreutica in Basilicata (a cura del prof. G.M. Gala).
Visione guidata del documentario inedito di G. M. Gala "La zampogna lucana". Visione guidata di video inediti di G. M. Gala girati nelle feste mariane di vari paesi lucani del Pollino
ore 16,30
Lezione tecnica di ballo [palestra della scuola]. Repertorio: la tarantella nella Val d'Agri (nelle varianti di Viggiano, Marsicovetere, Marsico Nuovo)
L'arpa di Daniela Ippolito (S. Mauro Forte - MT) - arpa e voce.
ore 22,30
Gli Amarimai (Viggiano - PZ) - organetto, zampogna, arpa, chitarra, tamburello e voce.
LA SPALLATA DI SCHIAVI D’ABRUZZO
CONCORDANZE
Accademia di danze etniche in Abruzzo
LA SPALLATA DI SCHIAVI D’ABRUZZO
In una vasta area centro-meridionale d’Italia si attesta la variegata famiglia della spallata. Sono interessate a questo genere di ballo le regione dell’Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata. Si tratta di balli detti ed eseguiti in vario modo (in cerchio, in coppia, in file contrapposte e oggi anche a croce). Notizie su questo genere di ballo ci dicono della sua esistenza almeno sin dal periodo rinascimentale. Fra i vari tipi di spallata, la versione di Schiavi d’Abruzzo risulta essere al momento quella più complessa, frutto anche di congiunzione di più balli. Negli ultimi decenni si è verificato fra gli schiavesi residenti a Roma una trasformazione strutturale del ballo, segno di adattamenti alle esigenze dell’oggi. Nel contempo però il repertorio locale si è ridotto e impoverito.
I docenti del corso hanno documentato i balli a Schiavi sin dal 1982 e presenteranno tutte le combinazioni coreografiche osservate, dalle più semplici alle più articolate. Come sempre la didattica sarà accompagnata da video-documentari inediti di oltre 30 anni or sono.
La pizzica pizzica tradizionale nella Grecìa salentina

Circolo Arci Dipendenti Comunali, Viale Mentana, 31/A.
h.15,30: presentazione del seminario, inquadramento della pizzica pizzica tradizionale salentina nell'ampia famiglia della tarantella meridionale.
h. 15,45: Laboratorio tecnico di pizzica pizzica
h. 18,30: Conferenza del prof. Gala su «La pizzica pizzica tra funzione ludica e funzione terapeutica». Proiezione guidata di documentari video inediti di ricerca.
h. 20,00: cena sociale (2 primi, secondo, contorno, acqua, vino e sorpresa) (15 €)
h. 21,00: festa da ballo con repertorio di danze del Sud d'Italia
La "pizzica pizzica" a Cutrofiano, Corigliano d'Otranto e Martignano
Pino Gala, ricercatore e antropologo della danza
Tiziana Miniati: ricercatrice
BALLOS SARDOS

presso Fusolab 2.0 – Via della Bella Villa, 94 - ROMA
La danza per la cultura sarda ha un valore immenso, è un tratto distintivo fra i più sentiti e identificativi. La varietà dei balli, la loro biodiversità locale, l'elevata e diffusa competenza etnomusicale ed etnocoreutica della Sardegna, fanno di questa isola un campo di indagine di tanti ricercatori ed antropologi.
Accanto ad arcaicismi coreutici, convivono anche prestiti giunti dall'esterno, trasformazioni, innovazioni coreografiche spettacolari dei gruppi folkloristici, tendenze a globalizzare e generalizzare alcuni modelli attraverso nuove scuole urbane di ballo, ecc.
La tarantella del Gargano - Laboratorio con Pino Gala

Culture adriatiche – Tradizioni e balli dell'Italia adriatica
Sabato 25 febbraio 2023 - ore 16,00 – 20,00
presso Spazio Matta - Via Gran Sasso, 57 – Pescara
- ore 16.00: Presentazione del corso e del tema didattico, uso delle castagnole garganiche.
- ore 16.30: Lezione tecnica di ballo
- ore 18.30: Conferenza sul tema: “Strani suoni, stridule voci e rude danze sulla Montagna Sacra”. Narrazioni e immagini inedite sulla ricerca etnocoreutica garganica. Dibattito.
- ore 19,15: Lezione tecnica di ballo
- ore 20,00: Chiusura dei lavori
Così abbiamo voluto quest'anno iniziare un percorso di conoscenza dei repertori di ballo tradizionale di aree che si affacciano sul versante italiano del Mare Adriatico, scegliendo le tarantelle del Gargano, i balli di una precisa comunità del medio Abruzzo (Loreto Aprutino) e il saltarello di una valle delle Marche centrali (Val di Chienti).
I balli tradizionali dell'Umbria - I balli tradizionali dell'Umbria - Laboratorio didattico con Pino Gala

h. 15 – 19 presso L'Officina, via San Lorenzo 22
Per ciò che concerne la distribuzione delle danze del mondo agro-pastorale, siamo riusciti fra il 1987 e il 1993 a documentare ciò che restava delle pratiche e delle memorie etnocoreutiche ed etnomusicali di questa regione. Molti balli erano già caduti in disuso; nei successivi 30 anni il patrimonio è andato ulteriormente riducendosi.
Tale impoverimento culturale del patrimonio intangibile è grave e deve preoccupare gli amministratori politici, le università e tutte le istituzioni culturali della regione, oltre che le comunità un tempo detentrici di tali ricchezze.
Manfrina e scotis dell'area del Trasimeno
LA SALTARELLA DI AMATRICE - Bergamo (progetto Sussulti di danza)

- h. 15,30: Lezione di ballo
- h. 17,30: Lezione teorica e video originali inediti
- h. 18,15: Lezione di ballo
- h. 19,30: Ripasso
- h. 20,00: Cena collettiva
- h. 21,30: intrattenimento musicale
prof. Pino Gala, antropologo della danza (curriculum: http://www.taranta.it/.../149-giuseppe-pino-michele-gala...)
dr. Tiziana Miniati, ricercatrice, (curriculum: http://www.taranta.it/.../curricula/160-tiziana-miniati.html)
Lo sconvolgimento socio-economico e culturale che ne è derivato ha prodotto una dispersione di molti suoi abitanti, la fine di una vita sociale di paese, il blocco di tante sue attività e il cadenzare solito della quotidianità feriale e festiva. Anche le sue tradizioni, conservate gelosamente, hanno risentito della lacerazione di un tessuto civile. Amatrice era uno scrigno di preziose testimonianze canore, etnomusicali ed etnocoreutiche: canti a braccio, ciaramella, tamburrella, organetto e saltarella erano i suoi gioielli migliori. Oggi si cerca di tutelare questo importante patrimonio.
Fra tarantole e masserie. Tarantelle della Basilicata
Seminario didattico di approfondimento su
tarantelle, pastorali, quadriglie e balli ottocenteschi
SABATO 31 MAGGIO
DOMENICA 1 GIUGNO
LUNEDÌ 2 GIUGNO 2014
La ballarella in Abruzzo - Spoltore (PE)

Sede della Società Operaia, Piazza G. D'Albenzio, 1
La famiglia etnocoreutica delle ballarelle è ancora da studiare nella sua distribuzione geografica e nell'analisi delle varianti strutturali e stilistiche. Infatti può essere considerata un sottogruppo morfologico dell'ampia famiglia del/lla saltarello/a ma è prevalentemente collocata a cuscinetto fra il territorio della tarantella e quello del saltarello, ossia l'area del Matese e delle Mainarde fra Campania e Molise, il Lazio meridionale e – staccata da questa area – alcuni paesi abruzzesi collocati fra Majella e valle del Pescara.
Nel panorama delle danze abruzzesi l’osservazione analitica esempi di ballarella da me scoperti vuol far comprendere agli appassionati di musica e ballo popolare la grande varietà e l’abbondanza di varianti della tradizione etnocoreutica abruzzese e di metterli in guardia sulla tendenza degli ambienti cosiddetti “folk” che tendono a ridurre a modelli unici i balli regionali, attraverso un processo di semplificazione, globalizzazione e consumismo dei patrimoni locali» [Pino Gala].
h. 16,00: Lezione tecnica sulle ballarelle della Majella
h. 18,00: Lezione teorica con documenti video inediti
h. 18,45: Lezione tecnica
h. 20,00: Aperitivo in musica
Tammurriata dell'area domiziana - Milano

presso C.I.Q. (Centro Internazionale di Quartiere) – Via Fabio Massimo 19
Negli ambienti folk si è diffusa erroneamente la denominazione "tammurriata giuglianese", in realtà sono tanti i paesi in cui è diffuso questo modello di "ballë 'n'copp'o tammurrë".
Vi aspettiamo.
h. 10,30: Laboratorio pratico di tammurriata
h. 12,30: pausa pranzo
h. 13,15: Lezione teorica: Le tipologie tradizionali del ballo sul tamburo in Campania e sue recenti trasformazioni. Rapporti con gli altri modelli di tarantella (a cura di Pino Gala). Visione di video inediti.
h. 14,00: Laboratorio pratico di tammurriata
h. 15,00: Chiusura dei lavori e saluti
Laboratorio di ballo sul tamburo - Bergamo

O ballë ‘n coppë o tammurrë
presso "La tana dei Gioppini", Via Celadina, n. 5 - 24020 GORLE (BG)
La visione di documentari inediti e rari di ricerca (a partire dal 1981) permetterà una conoscenza contestuale e socio-culturale del ballo, ripreso durante le varie feste mariane primaverili ed estive o in incontri di vicinato.
Il contesto sacrale e rituale ha contribuito a conservare la pratica del ballo, come componente essenziale della festa religiosa.
Tale sottogruppo si articola a sua volta in almeno 5 modelli areali diversi, complessi e difficili soprattutto nell’assimilazione dello stile contadino. Negli ultimi 20 anni è stata reinventata una “tammurriata urbana”, stilizzata e resa artificiosa e distante da un linguaggio rurale originario.
IL BALLO SUL TAMBURO DELL’AREA DOMIZIANA
Seminario didattico, contestualizzazione storica ed antropologica,
documentari video di ricerca sul campo
Firenze, 25 e 26 gennaio 2014
Palestra Scuola Media "Machiavelli", Piazza de' Nerli 3
zona San Frediano, Oltrarno - (bus 6, 11, 12, D, oppure 10 minuti a piedi dalla stazione Firenze S.M.N.)
Uno strano ballo nel panorama del sud
La stragrande maggioranza dei balli etnici del sud d’Italia ha struttura coreografica “aperta” e si affidano molto all’intesa fra danzatori per organizzare le parti del ballo in modo variabile sempre però secondo canoni previsti da ciascuna tradizione locale.
Appena fuori Napoli, a nord fra la costa domiziana e Caserta è ancora attivamente praticata una danza di tradizione che si differenzia da tutti gli altri perché è perfettamente comandata dal suono del flauto (sisco); i ballerini sanno riconoscere le varie suonate e applicare su di esse le parti coreografiche e relativi “passi”. Più difficile è eseguire la stessa danza sul suono della tromba degli zingari. Ma altri elementi contestuali di questa danza sono ancor più curiosi e interessanti. Se ne parlerà nelle lezioni teoriche che accompagneranno le esecuzioni pratiche del ballo, e come sempre i partecipanti potranno vedere documentari video di alcuni decenni fa, per percepire meglio l’atmosfera dei contesti festivi originari. Il ballo sarà insegnato nelle forme tradizionali osservate.
Laboratorio di PIZZICA PIZZICA tradizionale - Bergamo

presso "La tana dei Gioppini", Via Celadina, n. 5 - 24020 GORLE (BG)
Diverso è il taglio tematico e metodologico. Infatti abbandoniamo il metodo antologico e areale e adottiamo quello specialistico e di approfondimento. Dallo sguardo e dall'insegnamento panoramico passiamo all'immersione nel modello e nello stile coreutico locale. Quindi non affronteremo più in ciascun laboratorio un gruppo di balli semplici e di gruppo, ma studieremo solo una danza complessa per volta, prevalentemente di coppia.
Resta identico però il metodo d'approccio: insegneremo le forme originali e in modo filologico, così come l'abbiamo appreso decenni or sono, prima della scomparsa di alcune danze o della trasformazione spettacolare. Vi sarà sempre in ciascun laboratorio una sezione teorica nella quale parleremo di notizie storiche e antropologiche e vedremo i video originali dei balli insegnati, a prova della competenza e dell'adesione alle forme autentiche da parte dei docenti.
Inoltre vogliamo far conoscere una parte dell'immenso patrimonio etnocoreutico dell'Italia, senza il bisogno di ricorrere a mode folk di balli stranieri, spesso non controllati nelle loro forme originarie.
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