Estadanza 2025 - Abruzzo
PINETO - Mutignano (TE)
29 luglio - 3 agosto 2025
42° anno - 79a edizione
ESTADANZA 2025 TORNA IN ABRUZZO:
“Culture intermedie fra Sud e le terre del saltarello“
Perché le danze abruzzesi
L’Abruzzo è la regione nella quale la manifestazione di Estadanza è stata di gran lunga più presente, grazie a due fattori importanti:
1. la nostra ricerca etnocoreutica ha compiuto un’indagine quarantennale capillare in Abruzzo: oltre il 50% dei comuni sono stati coinvolti nel reperimento di informazioni sulle danze, di esecuzioni da parte degli anziani e di recupero di molte musiche da ballo;
2. nei tanti paesi perlustrati è emerso un ampio corpus di danze e di musiche etniche di grande interesse storico ed antropologico.
Da tutto ciò consegue che è giusto e doveroso restituire agli abitanti dei Comuni che ci ospitano una parte dell’ampio inventario di balli, nella speranza che le nuove generazioni comprendano l’importanza del patrimonio immateriale popolare come segno di recupero di una identità locale.
Certo l’utenza di Estadanza è composta principalmente da appassionati e da studiosi spesso esterni al territorio, ma che possono apprendere le forme corrette dei balli, presentati questi nei loro contesti socio-culturali e attraverso analisi antropologiche specifiche.
LABORATORIO di DANZA POPOLARE di FIRENZE 2024-25
SCUOLA DI BALLO POPOLARE
affiliata alla UISP Lega Danza - Settore Danze Etniche
Programma 2024-2025 - (48° anno)
Palestra Scuola Media "Machiavelli" - Pza de' Nerli, 2 - S. Frediano ogni martedì sera h. 20,30 - 22,30: dal 1 ott. 2024 al 27 maggio 2025
Da stazione SMN 10 min. a piedi. Bus 6, 11, 12, D, 17, 36, 3
Continua la lunga vita del Laboratorio di Danza Popolare di Firenze, il primo e più longevo d’Italia (48° anno!). Ogni anno studiamo un modo originale per far conoscere l’immenso patrimonio delle danze tradizionali italiane; poiché possiamo attingere ad un vasto archivio audiovisivo dell’Associazione Taranta, la più ampia raccolta al mondo di materiali audiovisivi, bibliografici e discografici sulle danze tradizionali italiane, grazie a oltre 45 anni di ricerche.
Insegnamo i balli in modo filologico, nelle forme osservate nei luoghi di origine, con musiche anch’esse registrate dai suonatori del luogo. I balli sono trasmessi con competenza e lunga esperienza didattica, con modi coinvolgenti e divertenti e per difficoltà tecniche crescenti. I docenti - che operano gratuitamente - sono sia esperti studiosi del settore, sia allievi con esperienza di ricerca.
Novità: Di tutti i balli appresi faremo vedere i video originali. Inoltre organizzeremo delle escursioni etnografiche in feste tradizionali per conoscere dal vivo i contesti da cui scaturiscono i balli. Formeremo un gruppo di danzatrici/danzatori per animazione e spettacoli di danza popolare.
I balli della Maremma in Toscana. Depositi di antiche transumanze
Centro Diurno in Via Guido Bertacchi
Come è successo con l'Umbria, in quattro ore di laboratorio si possono affrontare e apprendere solo alcuni esempi di balli rispetto ad un più vasto e ricco panorama.
La caratteristica più rilevante della cultura maremmana sta nella contaminazione plurisecolare che i residenti hanno avuto con pastori, boscaioli e "montagnini" dell'Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo. In questo lungo scambio di relazioni vitali è impegnativo oggi distinguere le danze autoctone da quelle importate dalle presenze invernali.
La Maremma è sicuramente l'area più tenacemente conservativa di tutta la Toscana. Ma anche in questa regione la scomparsa di più generazioni di anziani depositari del folklore locale hanno provocato la scomparsa graduale e diffusa di molte danze, di cui la regione era ricca e che per fortuna sono state documentate in extremis da chi dalla fine degli anni '70 ha voluto conoscere le espressioni musicali e coreutiche di tali comunità.
La differenza tra generici insegnanti di danza popolare - autoproclamatisi tali - e un ricercatore con 50 anni di indagini etnografiche e di studi storici e antropologici alle spalle sta nella ricchezza di conoscenze acquisite e nell'affidabilità e nel rigore scientifico di aderenza alla fonte delle pratiche coreutiche originali.
Un'importante esperienza per formare ballerini ed insegnanti con i ricercatori che hanno battuto campagne e città dagli anni '70.
L'iniziativa si terrà presso il centro diurno di Sasso Marconi entrata dal parcheggio di via Bertacchi e sarà su prenotazione. Posti limitati a 25 partecipanti.
PULSANDA TELLUS - Percorsi di storiografia ed etnografia del patrimonio etnocoreutico italiano
Convegno nazionale sul patrimonio etnocoreutico in Italia
Napoi, Archivio di Stato, 18 e 19 maggio 2023
Sala Filangieri, Archivio di Stato, Piazzetta del Grande Archivio, 5
(nel centro storico di Napoli, vicino al Duomo).
dedicato a Diego Carpitella
Airdanza
L'etnocoreologia è una disciplina relativamente recente fra gli studi demo-etno-antropologici in Italia. Affiancata agli inizi all'Etnomusicologia sotto la guida negli anni '70-'80 del secolo scorso di Carpitella e Leydi, la disciplina si è resa progressivamente autonoma con metodi e percorsi propri di ricerca e teoria.
Mentre si registra un crescente interesse per il patrimonio immateriale della tradizione popolare da parte dell'Unesco, dei media e delle nuove generazioni, gli studi etnocoreologici si avviano a raggiungere il mezzo secolo di indagini e di studi, svolti quasi sempre come volontariato e mediante investimento e autoformazione dei singoli ricercatori.
Così l'universo delle danze etniche anche in Italia si fa sempre più articolato e complesso, c'è bisogno di nuovi strumenti di analisi e di studio per comprendere le resistenze culturali locali, le trasformazioni, le delocalizzazioni dei repertori, i bisogni di neo-radicamenti culturali, le nuove funzioni formative e aggregative delle danze di matrice etnica e le mode di consumismo espressivo e di esterofilia acritica.
Di qui la necessità di un importante e generale incontro di studiosi per fare il punto della situazione, per predisporre una tutela delle "isole etniche" rimaste, per una catalogazione e fruizione degli archivi audiovisivi e per la comprensione dei nuovi fenomeni analizzati con lenti pluridisciplinari.
Sinora sono stati svolti in Italia vari convegni nazionali e internazionali e varie giornate di studio sul patrimonio etnocoreutico italiano (Roma 1981, Penna S. Andrea 1988 e 1991, Codroipo 1995, Castrignano dei Greci 2007, Ficarra 2010). Si avverte l'urgenza di raccogliere in un primo convegno sia gli storici della danza etnica e sia gli etnocoreologi e i ricercatori per aggiornare lo stato degli studi sinora effettuati e per dibattere sulle prospettive future di conoscenza e di tutela del patrimonio. Tra le finalità di tale incontro di studi c'è anche quella di giungere ad un riconoscimento delle professionalità del settore e di iniziare a costruire un percorso di istituzionalizzazione ufficiale della disciplina nella formazione accademica.
ARTICOLAZIONE TEMATICA DEI DUE INCONTRI DI STUDI
con relatori provenienti da tutti gli ambiti di ricerca, studio e pratica della danza tradizionale italiana, degli studi DEA e di Storia della danza etnica:
Pulsanda tellus 1: Napoli, 18-19 maggio 2023: Percorsi di storiografia e di etnografia del patrimonio etnocoreutico italiano.
Pulsanda tellus 2: Melpignano (LE), settembre 2023 [da definire]: Mutazioni genetiche della danza etnica in Italia. Consumo, didattica e spettacolarizzazione dal locale al globale.
Aperitivo e balli popolari
Mercoledì 20 novembre 2019, ore 20
presso il Circolo Ricreativo Culturale l'Unione
via Chiantigiana 177, Ponte a Ema, Firenze
La serata inizia con un bell'aperitivo frugale e genuino preparato coi prodotti di Mondeggi Bene Comune e segue con balli popolari di varie regioni italiane: quadriglie, tarantelle, un po’ di liscio e tanti altri, proposti dall'Ass. Cult. Taranta di Firenze.
Balli in gruppo, in cerchio e in coppia, accompagnati da musica dal vivo e buon vino naturale... Vi aspettiamo!
Lo Sbrando. Una danza piemontese dalla tradizione al revival
Enzo G. Conti
(Associazione Culturale Trata Birata / Tre Martelli)
Nella pur lunga storia del fatidico e discusso rapporto tra ricerca, contaminazione e divulgazione della musica popolare italiana credo sia cosa piuttosto insolita, pur nell'ambito degli operatori del folk-revival, poter essere stati testimoni diretti della quasi totalità delle tappe del percorso che ha portato, nel giro di qualche anno, alla diffusione a livello internazionale di una danza tradizionale popolare documentata in origine solamente in un area alquanto ristretta e spesso legata a ricorrenze particolari.
In questo caso l'oggetto di cui si parla è lo sbrando (o brando).
Va detto innanzitutto che questa doppia denominazione è una semplice variante lessicale popolare che muta di paese in paese nella zona di diffusione (Roero, Langhe, parte del Monferrato e aree limitrofe)
Storicamente il termine brando è quello che invece più spesso viene citato in vari testi e sembrerebbe derivare dall'italianizzazione del francese “branle”.
Riferimenti storici
Tale termine si trova già citato nel 1496 come passo di danza della Bassadanza, mentre nei secoli XVI e XVII viene definita branle una danza stilizzata diffusa in Francia.
Le fonti per una storia del ballo popolare
Reperire notizie storiche attendibili su qualcuno dei numerosissimi balli della tradizione italiana attuale e passata è sempre un'impresa difficile e densa di agguati. Solo pochi addetti ai lavori sanno muoversi con cautela e circospezione. Finalmente è uscito un testo di ben 272 pagg. che propone complesse questioni di reperimento, vaglio e lettura critica delle scarse fonti letterarie, che permettono una ricostruzione storica, pur se parziale, di molti balli noti e meno noti delle varie regioni italiane.
Dal 1250 al 1850 sono stati estratti oltre 160 balli dall'oblio cui molti di loro sono stati destinati sinora, se ne riportano le citazioni e si analizzano le ragioni del disinteresse del mondo colto per il ballo rurale. Inoltre vi sono notizie sorprendenti sulle origini della tarantella, sui diversi balli adoperati nei secoli nel tarantismo e infine vi è uno spoglio etnocoreologico delle prime riviste di etnografia italiana.
Non mancano un'ampia bibliografia e un prospetto dei tanti balli riscontrati nello spoglio delle citazioni spesso attinte in una letteratura minore poco nota ai non addetti ai lavori. In tale palinsesto ad ogni ballo sono riportati in ordine cronologico gli autori che lo citano. Da questo studio l'orizzonte storico delle pratiche coreutiche dei nostri antenati l'esistenza di ogni ballo comincia ad essere meno fumoso ed incerto.
Il nuovo sito
Dal 1999 il nostro sito non aveva mai ricevuto un aggiornamento significativo e sostanziale. Fabbricato quasi in modalità domestiche, era ricco di informazioni ma difficile da perlustrare.
Elaborato prima da Jacopo Fornaini, poi riorganizzato con maquillage da Massimo Cappellaccio, per circa 3 lustri era rimasto un portale "passivo". Molto visitato attraverso i motori di ricerca e perché denso di dati, non poteva offrire quei vantaggi di un portale "attivo", che le nuove tecnologie oggi permettono, con la possibilità di multimedialità così necessaria, soprattutto quando si trattano discipline performative.
Estadanza 2025 - Calabria
Pollino - MORMANNO (CS)
5 - 10 agosto 2025
42° anno - 80a edizione
Edizione itinerante nei paesi del Pollino
“LE ANIME DEL SUD - Incontri fra terre e culture“
Continua il viaggio nelle danze del Sud d’Italia: confronto fra le diverse terre della Tarantella
Abbiamo iniziato nell’edizione 2024 un nuovo viaggio fra le diverse culture del Sud d’Italia, che per circa un millennio hanno convissuto nel Regno di Napoli, conservando tratti comuni e differenze espressive a carattere locale.
Ogni anno scegliamo due aree differenti del Sud e confrontiamo i rispettivi patrimoni culturali e le espressioni locali di danza, musica e canto. Date le tante danze ritrovate durante la ricerca, il confronto non sarà fra regioni ma fra aree più ristrette, provincia per provincia o per aree subregionali.
Quest'anno saranno trasmesse le danze tradizionali della Calabria centro-settentrionale (Pollino, Marchesato, Reventino, Sila) e dell’ampia e articolata provincia di Palermo in Sicilia. Tutte le danze saranno insegnate nelle forme originali attinte direttamente dagli anziani negli ultimi decenni del XX secolo.
L’altra specialità di questa edizione di "Estadanza" sta nell’incontrare i depositari di tradizione anche dei paesi limitrofi alla stessa Mormanno. Si tratta spesso di repertori sconosciuti tra gli appassionati di folklore, come ad esempio le varie tarantelle localie altre danze ottocentesche figurate che abbiamo trovato sia in Sicilia che nella stessa Calabria. I partecipanti potranno viversi le danze apprese in contesti festivi durante le serate della manifestazione.
A CUORE A CUORE Laboratori sui balli legati di coppia nella tradizione popolare romagnola
In effetti i balli legati a coppia mista chiusa segnarono una vera rivoluzione sociale e culturale: i due sessi potevano toccarsi fisicamente e stringersi, chiudersi all'interno della breve relazione di coppia nel tempo di un ballo e isolarsi dal contesto esterno. La rivoluzione della borghesia esprimeva così il primato dell'individualismo sul collettivismo della cultura contadina, aboliva le gestualità e le mimiche simboliche del divertimento e dell'allusione erotica esposte agli astanti e permetteva il contatto ed una certa intimità fisica, rompendo i tabù dell'esclusività di relazione codificata fra i sessi.
CONCORDANZE: La tarantella in Abruzzo
Spoltore (PE) 24 marzo 2018
Sala-teatro della Società Operaia di Mutuo Soccorso (piazza alta del centro storico)
Mini-seminario didattico, con cena e festa
PROGRAMMA
h. 16 - 19: Seminario tecnico su: La tarantella in Abruzzo: i balli in transumanza
h. 19: Conferenza: “Dall’Abruzzo a Pantelleria: la tarantella del Regno delle Due Sicilie. Un ampliamento degli orizzonti etnocoreutici” (prof. Pino Gala). Dibattito.
h. 20,00: Aperitivo in musica con la Compagnia della Pescara
h. 21,30: Festa da ballo e intrattenimento ludico.
* * *
Nelle tradizioni coreutiche dell'Abruzzo domina la "saltarella", complesso sottogruppo dell'ampia famiglia del "saltarello" dell'Italia centrale.
Però, essendo appartenuta per un millennio circa al Regno di Napoli, l'Abruzzo conserva tracce anche di un altro importante genere di danza: la TARANTELLA.
Essa è rimasta solo in pochi centri coinvolti nella millenaria economia pastorale della transumanza. Si tratta di modelli tipici della tarantella appenninica: figurata (cioè a struttura complessa e con varie figurazioni coreografiche) e a più soluzioni di partecipanti.
Tarantismo e Pizzica Pizzica: l'euforia e la mitificazione
La cura dei disagi psichici o fisici attraverso la musica e la danza ha sempre destato vivo interesse, perché significa percorrere strade diverse dalla medicina ufficiale e sancire l'esistenza di una pluralità di culture della sanità. Se poi si aggiunge - come nel tarantismo meridionale e nell'argismo sardo - la pregnante componente mitico-simbolica e magico-religiosa della taranta e della coreoterapia, allora il tema si fa persino affascinante; infatti per secoli il fenomeno ha "intrigato" molti medici, viaggiatori stranieri, artisti ed ecclesiastici, i quali, spinti dalla curiosità o per ragioni di studio, si sono recati in Puglia per constatare di persona il fenomeno.
LA VILLANELLA D'ASPROMONTE (Calabria)
h.15,30: presentazione del repertorio delle tarantelle sud-calabresi e lezione tecnica.
h. 21,00: festa da ballo con danze tradizionali abruzzesi e italiane
La complessa tarantella ("viddhanedda") sud-calabrese.
Pino Gala, ricercatore e antropologo della danza
Tiziana Miniati: ricercatrice
Il sito dei balli tradizionali in Italia
Informazioni etnografiche, fonti storiche, notizie e analisi
sul ricco patrimonio della danza etnica in Italia.
Sito, attività e produzioni
dell'Associazione Culturale "Taranta" Tradizioni Popolari.
Testi, immagini e video coperti da copyright.
La villanella d'Aspromente (Calabria)

PARMA, Circolo Aquila Bruno Longhi, Vicolo Santa Maria, 1/A.
h.16,00: presentazione del seminario, inquadramento strutturale e storico della "villanella reggiana" nel panorama dell'ampia famiglia della tarantella del Sud d'Italia.
h. 16,30: Laboratorio tecnico della tarantella aspromontana, con particolare riferimento alla tarantella "bagnarota".
h. 19,15: Conferenza del prof. Gala su «Danzare a volo di uccelli, con rapidità ed eleganza ». Proiezione guidata di documentari video inediti di ricerca sulla festa della Madonna della montagna di Polsi.
h. 20,00: cena sociale a prezzo convenzionato (18 €)
h. 21,00: festa da ballo in piazza con repertorio di danze e balli-gioco tradizionali italiani.
Tiziana Miniati: ricercatrice, insegnante di danze popolari dal 1997
ESTADANZA 2023- 40 anni - Pollino

29 luglio - 5 agosto 2023
- Etnocoreologia e Storia della danza: (prof. P. Gala e relatori vari) 7 h.
- Etnomusicologia: visita al laboratorio del M° Stabile - 1 ora
- Tecnica e Didattica dei balli lucani e calabresi (17 ore)
(docenti: Biagi, Gala P., Gala S., Miniati)
- Gli alberi della memoria: incontri con depositari di tradizione: 3 h.
Balli lucani: tarantelle calabro-lucane del Pollino, tarantelle della Val Sauro, Val d’Agri e del Materano, tarantella figurata del Vulture, pastorale del Pollino a una e due coppie, pichë e palë, scots, quadriglia.
Saranno proposti laboratori musicali con un minimo di adesioni: zampogna (minimo 4), tamburello (minimo 8), organetto/fisa (minimo 4), canto (minimo 8).
Docenti: suonatori e insegnanti locali.
VETERENOVO - Radici antiche del futuro

Lezione teorica [biblioteca comunale]: L'Etnocoreologia e lo studio delle danze etniche: concetti basilari applicati al patrimonio etnocoreutico della Basilicata (a cura del prof. G.M. Gala).
Visione guidata di video inediti su balli rari e particolari girati in Basilicata. Dibattito.
ore 10,30
Lezione tecnica di ballo [palestra della scuola]. Repertorio: la tarantella in cerchio, a due coppie e in coppia del Pollino
ore 13,30 - Pausa pranzo - intervallo
Lezione teorica [biblioteca comunale]: La storia della ricerca etnomusicale ed etnocoreutica in Basilicata (a cura del prof. G.M. Gala).
Visione guidata del documentario inedito di G. M. Gala "La zampogna lucana". Visione guidata di video inediti di G. M. Gala girati nelle feste mariane di vari paesi lucani del Pollino
ore 16,30
Lezione tecnica di ballo [palestra della scuola]. Repertorio: la tarantella nella Val d'Agri (nelle varianti di Viggiano, Marsicovetere, Marsico Nuovo)
L'arpa di Daniela Ippolito (S. Mauro Forte - MT) - arpa e voce.
ore 22,30
Gli Amarimai (Viggiano - PZ) - organetto, zampogna, arpa, chitarra, tamburello e voce.
ESTADANZA 2023 - 40 anni - Abruzzo

40° anno - 77a edizione
Laboratorio di base - Scuola di Formazione
Discipline (20 ore di lezione e attività culturali)
- Etnocoreologia ed Etnomusicologia: (prof. P. Gala + altri): 6 h.
- Tecnica e Didattica dei balli abruzzesi e balli-gioco (14 ore)
(docenti: Biagi, Gala P., Gala S., Miniati)
Discipline (32 ore di lezione e attività culturali)
- Antropologia della danza e Storia della danza: (prof. P. Gala + altri): 9 h.
- Etnomusicologia abruzzese (prof. Di Silvestre): 2 h.
- Tecnica e Didattica dei balli abruzzesi (ins. Tamara Biagi, Gala Pino, Gala Sabina, Tiziana Miniati) 21 h
Laboratorio di base: zumparella, jisciana, sirpëtillë, spallata, sciottë, quadriglia, valzer scambiato, spallate di Palmoli, saltarelle varie della Val di Sangro;
Balli -gioco: balli del merlo, della scopa, della sedia, dello specchio, ecc.
Scuola di Formazione: tutti i balli del laboratorio di base più: spallata di Schiavi d’Abruzzo, saltarella/ballarella di Fara Filiorum Petri, lu denzë, intricciapiedi, mazurka scambiata.
Ancora una volta Estadanza resta fedele a se stessa: rifugge i contesti affollati e snaturati delle caotiche riviere, del turismo di massa, delle mode folk e porta le persone intelligenti a scoprire frammenti di un'altra Italia, dove il rapporto con la gente si fa discreto ma sincero, una relazione di umanità espressiva che vuol recuperare tratti ancora esistenti di una ruralità culturale, fatta di essenzialità esistenziale e di resistente intreccio con la natura circostante.
La pizzica pizzica tradizionale nella Grecìa salentina

Circolo Arci Dipendenti Comunali, Viale Mentana, 31/A.
h.15,30: presentazione del seminario, inquadramento della pizzica pizzica tradizionale salentina nell'ampia famiglia della tarantella meridionale.
h. 15,45: Laboratorio tecnico di pizzica pizzica
h. 18,30: Conferenza del prof. Gala su «La pizzica pizzica tra funzione ludica e funzione terapeutica». Proiezione guidata di documentari video inediti di ricerca.
h. 20,00: cena sociale (2 primi, secondo, contorno, acqua, vino e sorpresa) (15 €)
h. 21,00: festa da ballo con repertorio di danze del Sud d'Italia
La "pizzica pizzica" a Cutrofiano, Corigliano d'Otranto e Martignano
Pino Gala, ricercatore e antropologo della danza
Tiziana Miniati: ricercatrice
BALLOS SARDOS

presso Fusolab 2.0 – Via della Bella Villa, 94 - ROMA
La danza per la cultura sarda ha un valore immenso, è un tratto distintivo fra i più sentiti e identificativi. La varietà dei balli, la loro biodiversità locale, l'elevata e diffusa competenza etnomusicale ed etnocoreutica della Sardegna, fanno di questa isola un campo di indagine di tanti ricercatori ed antropologi.
Accanto ad arcaicismi coreutici, convivono anche prestiti giunti dall'esterno, trasformazioni, innovazioni coreografiche spettacolari dei gruppi folkloristici, tendenze a globalizzare e generalizzare alcuni modelli attraverso nuove scuole urbane di ballo, ecc.
Scuola di Formazione per Insegnanti di Danze Tradizionali della Calabria della Uisp Lega Danza (1° livello)
In collaborazione con la Federazione Italiana Tradizioni Popolari e l’Ass. Cult. Taranta
CASTROVILLARI (CS) 17-19 luglio 2015
Premessa
Nelle tradizioni popolari della Calabria predominava fino ai decenni scorsi la tarantella. Questa danza, articolata in forme e tipologie diverse a seconda delle zone, caratterizzava le numerose feste pubbliche e private che dal Pollino allo Stretto si distribuivano in ogni periodo dell’anno.
Nelle usanze regionali degli ultimi decenni si stanno verificando contemporaneamente fenomeni socio-antropologici importanti che devono far riflettere le varie comunità e le istituzioni culturali:
1) il ballo etnico locale, quello tramandato dagli anziani, è andato rarefacendosi in molte aree della regione, mettendo a serio rischio di estinzione un patrimonio coreutico plurisecolare;
2) più di recente la moda della pizzica pugliese (detta erroneamente ormai dappertutto “taranta”) è entrata nella moda giovanile e rimpiazza ormai in molte piazze le usanze coreutiche preesistenti;
3) fra tutte le varie tipologie di tarantelle calabresi quella “reggitana” si sta imponendo nei corsi didattici di danza popolare e nei vari festival di musica folk, soffocando le forme agropastorali locali e generando un’omologazione espressiva che si riduce a povertà culturale;
4) i gruppi folkloristici preposti a diffondere nelle piazze musiche e danze tradizionali, sempre più facilmente tendono a presentare come danze di tradizioni delle coreografie complesse e fortemente spettacolarizzate che nulla hanno dell’originale espressione locale.
Altri articoli...
- LA SALTARELLA DI AMATRICE - Bergamo (progetto Sussulti di danza)
- La ballarella in Abruzzo - Spoltore (PE)
- Tammurriata dell'area domiziana - Milano
- La saltarella di Bucchianico (CH) 2022
- SUSSULTI DI DANZA - I balli tradizionali dagli Appennini alle Alpi
- Pizzica della Grecia Salentina
- IL LACCIO D'AMORE e ALTRI BALLI DI PENNA SANT'ANDREA (TE)
- SUSSULTI DI DANZA - 2
- LE SALTARELLE DELLA MEDIA VAL DI SANGRO
- TRATTURI- La pizzica pizzica tradizionale di Terra d'Otranto
- La saltarella di Bucchianico (CH)
- Concordanze - La saltarella di Amatrice a Spoltore
- TRATTURI 2- Le vie del ballo popolare in Italia
- Tratturi - Le tarantelle della Basilicata a Cisternino
- ADRIATICA: La saltarella del Teramano
- SANANDA - Le danze terapeutiche nella cultura popolare italiana
- TRATTURI - Le vie del ballo popolare in Italia - I BALLI DELLE PUGLIE
- CONCORDANZE: La saltarella della Laga
- TRATTURI - Le vie del ballo popolare in Italia
- Corso di Formazione sui balli-gioco in Italia